Guanciale d'erba

Tratto dal libro "Guanciale d'erba" di Natsume Soseki
"....È difficile compiere buone azioni, esercitare la virtù, non è facile mantenersi puri, rincresce sacrificare la vita per i doveri.
Tutto ciò richiederebbe un coraggio arduo a esercitarsi per chiunque. Per superare un simile genere di sofferenza è necessario che al suo interno si celi un piacere tale da consentirci di affrontarla e di vincerla.
Sia la pittura, sia la poesia, sia l'arte drammatica non sono altro che il piacere racchiuso nel patimento.
Appreso questo gusto la nostra condotta può finalmente diventare eroica, elegante, può superare tutte le avversità e soddisfare le nostre recondite esigenze.
Ci si estranea dal dolore fisico, non ci si preoccupa delle ristrettezze materiali,, il coraggio e l'ardore vengono stimolati e si considererebbe con interesse l'eventualità di essere messi a bollire in un pentolone per i nostri principi morali.
Se fosse possibile formulare un principio basilare dell'arte si potrebbe dire che l'arte è latente nei nostri cuori di persone civili, per cui veniamo inesorabilmente spinti a giudicare il male ed attenerci alla giustizia; ad allontanare ciò che è contorto e a prendere in considerazione ciò che è diritto, ad aiutare i deboli e a sconfiggere i forti.
Si deride colui che, ponendosi il fine di non rinunciare ad un ideale estetico, si discosta dai sentimenti umani e si avventura in sacrifici che non sarebbero necessari.
Si deride ogni espressione di passionalità. È Comprensibile che chi conosce bene una determinata situazione possa sorridere. Considero invece deplorevole la gente infima e volgare che, ignara persino di cosa sia l'eleganza, disprezza il prossimo giudicandolo con il suo animo vile.
In passato è esistito un giovane che, dopo aver lasciato come testimonianza una poesia su una cima rocciosa, si è buttato nelle rapide di un fiume da un'altezza di 50 jo. A mio giudizio quel giovane sacrificò la propria preziosa vita per una sola parola: “ Bellezza”. La sua morte fù veramente eroica, benché sia difficile conoscere i motivi che ve l'abbiano spinto.
Ma chi non è in grado di comprendere che la morte è veramente un eroismo come può azzardarsi a deridere il comportamento del giovane?
Io sostengo che gente simile, non potendo assaporare il gusto di porre fine eroicamente ai propri giorni, nell'incapacità di scegliere una morte eroica anche se fosse, per qualche legittima ragione, indispensabile, dimostra una personalità, inferiore a quella del giovane, e dunque non ha il diritto di deriderlo. "

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